L’onice egiziana, tra gli alabastri più pregiati dell’antichità, fu usato fin da epoca remota sia per suppellettili, sia come decorazione architettonica per diverse tipologie edilizie, tra cui in particolare residenze di pregio. Lucano ci ha tramandato una vivida descrizione della sfarzosa reggia di Cleopatra, sui cui pavimenti l’onice era impiegata a profusione. L’alabastro egiziano è spesso riprodotto in affreschi romani, come nella Casa dei Grifi sul Palatino, che ne documentano l’uso sotto forma di lastre di rivestimento; alla produzione di simili lastre dovevano essere destinati i blocchi di cava qui esposti.
Roma, Antiquarium di Via Lucrezia Romana. Vasca in alabastro cotognino egiziano dal suburbio romano
(Bruno M. 2018)
Roma, Museo Nazionale Romano. Urna cineraria in alabastro cotognino egiziano da Torre Gaia
(Bruno M. 2015)
Tivoli, Villa Adriana. Pavimento in alabastro cotognino da un cubicolo del settore della Valle di Tempe
(Guidobaldi 1994)