Portus è stato il principale porto marittimo dell’impero romano, fondamentale per l’approvvigionamento di merci provenienti da tutto il Mediterraneo. Al momento della sua massima estensione l’intero complesso si sviluppava su un’area di circa 350 ettari. Il primo impianto portuale, la cui costruzione fu avviata dall’imperatore Claudio nel 42 d.C., fu inaugurato sotto Nerone nel 64 d.C. e occupava una superficie di circa 200 ettari. Di questo primo porto sono ancora oggi visibili alcuni tratti dei moli, il vasto complesso di stoccaggio dei Magazzini Traianei, il Portico di Claudio e una darsena. Un canale artificiale, la Fossa Traiana (oggi canale di Fiumicino), metteva in comunicazione il porto di Claudio con il Tevere, così da consentire alle imbarcazioni fluvio-marittime (naves caudicariae) di risalire verso Roma con i carichi trasbordati dalle navi marittime (naves onerariae). Preso atto delle criticità rappresentate dai fenomeni di insabbiamento e mareggiate all’interno del bacino di Claudio, l’imperatore Traiano realizzò tra il 110 e il 117 d.C. un secondo bacino interno, scavato in terraferma, di forma perfettamente esagonale, di estensione pari a 32 ettari e corredato di nuovi magazzini, una serie di nuovi edifici tra cui un tempio dedicato a Liber Pater, il complesso del Palazzo Imperiale (con funzioni anche amministrative) e cantieri navali. Il collegamento tra questo nuovo bacino e Roma fu garantito attraverso la realizzazione di un ulteriore canale, il Canale Romano (di cui oggi non sussistono evidenze) e il prolungamento della via Campana-Portuense, quello con Ostia per mezzo di un altro canale che correva parallelo alla via Flavia, il c.d. canale Ostia-Portus.
Raffigurazione di Portus sulla Tabula Peutingeriana, copia medioevale di una mappa dell’impero risalente alla seconda metà del IV secolo d.C.
(fac-simile K. Miller, 1887)
Calco del rilievo Torlonia raffigurante una dettagliata e simbolica veduta di Portus
(Museo delle Navi di Fiumicino)